Cambiamenti

Cambiamenti

Quel giorno Lucio si svegliò di buon umore, aveva dormito bene. Lui non era uno che soffriva di insonnia, di solito la notte gli riusciva di dormire arrivando d’un fiato al sorgere del sole riposato e pronto a ripartire. Eppure quella mattina c’era qualcosa di diverso: un sapore pieno del sonno appena trascorso gli riempiva la bocca, e nel corpo rilassato avvertiva un tepore che al riparo delle coperte lo avvolgeva in un abbraccio accogliente.

Mentre si faceva la barba ripensò a quella sensazione, bella per la verità ma inspiegabile. Ripercorse mentalmente il giorno precedente più e più volte alla ricerca di un indizio senza trovare nulla. Alla fine guardandosi allo specchio decise di accettarla così come era venuta, una ventata di aria nuova, una sensazione di piacevole cambiamento, come se il futuro gli corresse incontro a braccia aperte. Pazienza che non potesse spiegarselo, quell’insolito buon umore gli dava la carica e andava benissimo così, più che benissimo!

Ad un tratto si accorse che il rubinetto era aperto, lo chiuse pensando che non era bello sprecare acqua in quel modo, avrebbe dovuto farci più attenzione. E, non poteva saperlo, quella fu la prima volta in cui la signora del piano di sopra, che a quell’ora tutti i giorni faceva la doccia, riuscì a lavarsi con abbondante acqua ringraziando per quel piccolo miracolo.

Guardò l’orologio e pensò: “Fuori è già giorno, voglio alzare le serrande e vedere la luce del sole!”. Spense l’interruttore e si vestì, mentre un gruppetto di passeri infreddoliti facevano colazione sul suo balcone riscaldandosi attorno ad un tozzo di pane. Si disse: “Niente cornetto e cappuccino al bar oggi, se deve essere aria di cambiamento sia! Andrò da mia madre, del resto è a due passi dal lavoro, vado sempre di fretta e non riusciamo a vederci mai, le farà di sicuro piacere fare colazione insieme”.

Uscì senza prendere le chiavi della macchina, fece due passi fino alla fermata del tram che prese appena in tempo. Non era così affollato come avrebbe creduto, e poi ci si faceva calore lì dentro. Si respirava un’aria familiare: un gruppetto di studenti rideva spintonandosi allegramente, sembrava che a uno di loro piacesse una ragazza seduta un po’ più in là che chiacchierava con un’amica lanciando di tanto in tanto lo sguardo verso i ragazzi; colleghi di lavoro parlavano delle loro famiglie, alcuni leggevano in silenzio il giornale, altri lo commentavano tra loro; una giovane muoveva velocemente i suoi pollici sullo schermo del cellulare, immersa nella musica dei suoi auricolari.

Fuori era freddo, forse avrebbe nevicato, sarebbe stato bello vedere scendere giù dei fiocchi bianchi dietro quei finestrini appannati.

Ad una fermata salirono dei suonatori ambulanti ed attaccarono a suonare un brano che non aveva più ascoltato da anni. “Peccato” si disse, la prossima era la sua. Infilò una monetina nel cappello dell’uomo e scese.

Bussò e sua madre lo accolse come un regalo inatteso. Restarono per lo più in silenzio ma piacevolmente insieme. Era tardi, doveva andare. Si salutarono.

Girò l’angolo che tutte le mattine lo conduceva al lavoro, dieci minuti in ritardo sulla solita tabella di marcia (per lui erano un’eternità, o almeno fino ad allora lo erano stati), e si imbatté in un ostacolo che alle sue 7.55 non c’era mai stato: Laura.

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A chiusura d’anno è come da consuetudine tempo di bilanci, in più per me di un mezzo secolo raggiunto alla fine di un anno che mi ha dato tanto.

Per chiudere questo 2022 ho pensato di riproporre una storia tratta da “L’uomo delle favole” che mi sembrava adatta come buon augurio per l’anno che verrà.

Trovarle un titolo è stata cosa facile: il cambiamento che a partire dalle piccole abitudini conduce Lucio verso l’occasione per qualcosa di più grande. L’amore raggiunge Lucio ancor prima che egli ne prenda coscienza, in quel risveglio che ne anticipa la condizione d’amore attraverso quella strana piacevole ma inspiegabile sensazione. Lo spingerà dolcemente da un cambiamento all’altro verso quella che si preannuncia per lui, a quanto pare incallito abitudinario, come una rivoluzione. Del resto cosa può cambiarci più di ogni altra cosa la vita se non l’amore? Forse l’amore è l’unica condizione che ci spinge a vivere il cambiamento con quell’incosciente leggerezza che ci avvicina alla saggezza della vita, ad accettarne il fluire attraverso le trasformazioni che a volte ci suggerisce, altre volte ci impone, e provare a sottrarsi diventa palesemente un’inutile resistenza quando ci accorgiamo che seguire la sua corrente, assecondarne il flusso è, non solo più saggio, ma anche occasione di crescita.

Il cambiamento spaventa, lasciare il certo per l’incerto. Starsene al calduccio della propria “comfort zone” è più facile e sicuro, eppure aprirsi al cambiamento colora la vita di scenari inaspettati, è un mettersi in discussione, prendersi dei rischi, provare a giocarsi una partita. Certo altre volte il cambiamento arriva senza appelli, né permesso, ti travolge e non sembra per nulla a tuo vantaggio, anzi… ma la vita ha dei modi tutti suoi per insegnarti le cose, è una di quelle maestre che sembra fare giri contorti per farti arrivare al punto, e non sempre riesci ad arrivarci, a comprenderla, ti devi impegnare a fondo per raggiungere una risicata sufficienza!

Da giovane non ero affatto una sostenitrice dei cambiamenti, sono stata un’accanita ripetente, ma dai che ti ridai alla fine ho imparato a seguire il flusso, o quanto meno ci provo… Ho imparato a vedere le cose dalla prospettiva del cambiamento al di là del bene e del male che può generare nell’immediato, ad avere se non una visione a lungo termine, non sempre facile da mettere a fuoco, quanto meno la fiducia che ogni cosa sia al suo posto e la pazienza di aspettare. Il 2021 ha lavorato così per me, sotto traccia, sembrava un anno spento, un po’ buttato, però non ho mollato, ho continuato amorevolmente a seminare e a credere che qualcosa potesse germogliare… e rigoglioso è arrivato questo mio 2022 appena salutato: fertile di piantine che hanno finalmente visto l’azzurro del cielo, il calore e la luce del sole!

L’anno nuovo che sia di semina, di fioritura o di raccolto, che sia comunque fertile d’amore per noi stessi, gli altri e la vita, di quell’amore che tutto muove, abbraccia e accoglie senza necessariamente bisogno di comprendere. Buon flusso, buon 2023!